No all’accaparramento – la Svizzera dispone di scorte d’emergenza

Lo slogan «Scorte d’emergenza – per ogni evenienza» risale al dopoguerra e, con la diffusione del coronavirus, torna inaspettatamente d’attualità. In Svizzera le scorte d’emergenza sono tornate ad essere improvvisamente un tema centrale. Questa situazione sembra provocare una corsa all’accaparramento che comporta ingenti carenze sugli scaffali delle paste alimentari e del riso e anche nell’assortimento di conserve. La domanda di beni per il fabbisogno quotidiano o di generi alimentari a lunga conservazione aumenta a causa della diffusione del coronavirus. Gli svizzeri si riempiono di scorte per affrontare l’emergenza.

L’approvvigionamento della popolazione è garantito

Al momento non si può però parlare di una reale difficoltà. I rivenditori al dettaglio sono in grado di mettere a disposizione generi alimentari in misura sufficiente. Sporadicamente potrebbero esserci scaffali «vuoti» se la domanda locale supera le scorte a magazzino presenti nelle varie filiali.

E in caso di emergenza la Svizzera dispone di scorte obbligatorie ben rifornite di generi alimentari di base. Le scorte obbligatorie di generi alimentari vitali soddisfano il fabbisogno per 3 o 4 mesi. Queste scorte obbligatorie vengono però messe a disposizione solo se l’economia non è più in grado di fronteggiare da sola le carenze di approvvigionamento. E in questo momento la Svizzera non si trova ancora in una situazione del genere.

La Confederazione gestisce le scorte d’emergenza. L’autorizzazione per accedere alle scorte obbligatorie viene impartita dal Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), in stretta collaborazione con l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE).